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La febbre dell’adulto e del bambino: come misurarla e quando trattarla

In una facile guida, i consigli dell’esperto per non farsi cogliere impreparati in caso di febbre nei neonati e adulti. Come misurare correttamente e trattare la febbre.

Quando tu o il tuo bambino sembrate più caldi del solito, probabilmente avete la febbre. Si chiama febbre una temperatura corporea più alta del normale, per convenzione, diremo più elevata di 37,5°.

La cosa importante da sapere sulla febbre è che di per sé essa non è una malattia, bensì il sintomo che il corpo sta reagendo all’inizio di una malattia, spesso di origine infettiva.

La febbre rappresenta uno dei sintomi di più comune osservazione nella pratica clinica ed è responsabile di oltre il 30% delle richieste di visite mediche, soprattutto nel bambino.

La misurazione della temperatura potrà confermare i tuoi sospetti e, insieme al medico o al pediatra, potrete mettere in pratica le migliori cure.

Una temperatura tra i 36.5° e i 37,5° è considerata “normale”. Se la temperatura rilevata supera i 37,5° tu o il tuo bambino avete la febbre.
La valutazione della sola temperatura corporea non è comunque sufficiente per valutare la gravità della febbre o, meglio, della malattia che causa la febbre. Infatti, non esiste una correlazione diretta tra temperatura e gravità della malattia.
Tuttavia, l’età è sicuramente un fattore da tenere in considerazione: la febbre, infatti, è più grave quando si presenta nei bambini, in particolare di età inferiore ai 3 mesi, qualsiasi sia il suo valore.
Se stiamo parlando della febbre di tuo figlio, il suo comportamento è sicuramente un altro fattore a cui porre massima attenzione: una febbre alta, che però non ferma il bambino dal gioco e il fatto che il bambino si alimenti volentieri, di norma, non dovrebbe essere motivo di allarme.
Tieni sempre a mente che la temperatura di tutti varia durante il giorno: aumenta tra il tardo pomeriggio e la prima serata e diminuisce tra la mezzanotte e la mattina presto. Questo ciclo naturale del nostro “termostato interno” spiega il motivo per cui nel tardo pomeriggio e in prima serata la febbre sembra più alta.
Inoltre, la temperatura varia tra individui e può salire dopo un’attività intensa o se l’ambiente domestico è eccessivamente riscaldato. In tali situazioni, in caso di febbre, è consigliabile sempre ripetere la misurazione dopo un periodo di tempo, quando le condizioni ambientali e l’attività sono tornate alla normalità.

 
Come misurare la temperatura

Per avere una stima reale della temperatura corporea, teoricamente, dovremmo misurare la temperatura centrale del nostro corpo. Misurazione che, tuttavia, richiede l’impiego di metodiche invasive e spesso non necessarie al monitoraggio domiciliare delle principali patologie febbrili del bambino e dell’adulto.

Per tale motivo, nella pratica comune viene effettuata la misurazione della temperatura in sedi facilmente accessibili del nostro corpo. Storicamente queste sedi sono state il cavo ascellare, lo spazio sotto la lingua e la misurazione rettale.

Ma quale è la sede più adatta per misurare la temperatura di tuo figlio? E quale lo strumento più idoneo?

Per scoprirlo partiamo da questo assunto: il metodo ideale di misurazione della temperatura dovrebbe essere economico, di semplice impiego, rapido, sicuro e tale da non creare disagio, soprattutto nel bambino.

 
Strumenti di misurazione

Iniziamo dagli strumenti di misurazione. Esistono differenti strumenti, dotati di accuratezza, facilità di utilizzo e costo variabili, per misurare la temperatura corporea.
In commercio, esistono sostanzialmente tre tipologie di termometro liberamente acquistabili: a Galinstan, digitale e a infrarossi.

1. Termometro a Galinstan comunemente detto anche termometro a Gallio

Il termometro a Gallio è il sostituto moderno del classico termometro a mercurio, usato dai nostri nonni e dalle nostre nonne.
Il termometro a mercurio era un termometro di vetro composto da un cilindro di vetro graduato e da una punta di metallo. Il cilindro di vetro conteneva, a sua volta, una colonnina di mercurio, posta su una scala graduata (scala termometrica) che segnava la temperatura corporea.

Il suo funzionamento era semplice quanto geniale: la punta, essendo il metallo un materiale conduttore, una volta posizionata a contatto con la cute nel sito di misurazione, si riscaldava fino a misurare la stessa temperatura del corpo e a sua volta trasmetteva il calore al mercurio contenuto nel cilindro di vetro. Il mercurio, anch’esso conduttore, aumentava di volume e risaliva lungo il
tubicino di vetro centrale. Il punto di risalita massimo sulla scala termometrica indicava così la temperatura corporea.

Sebbene i termometri a mercurio siano stati, in passato, gli strumenti più utilizzati, questi sono stati abbandonati nell’utilizzo comune ed eliminati dal commercio dal 2009, per i problemi relativi alla tossicità del mercurio contenuto nel termometro stesso e all’inquinamento legato al suo smaltimento.
L’evoluzione del termometro a mercurio è rappresentata dal termometro a Galinstan.
Questi termometri, chiamiamoli ‘moderni’, funzionano nello stesso modo dei ‘classici’ termometri, ma presentano al loro interno con un materiale fluido termosensibile composto da gallio, indio e stagno invece del mercurio. Questo composto costituisce una lega non tossica chiamata appunto Galinstan (o Galinstano), capace di espandersi come il mercurio, in relazione al calore.
Il termometro a Galinstan risponde, dunque, alle caratteristiche di economicità, semplicità di impiego e sicurezza.

Tuttavia, il termometro a Galinstan, mantiene le caratteristiche negative del termometro classico ovvero quelle di essere uno strumento di misurazione lento, richiedendo, mediamente, più tempo rispetto alle altre tipologie di termometro per ottenere la temperatura corporea finale (circa 5-6 minuti).

2. Termometro digitale

Il termometro digitale con display è la tipologia oggi più diffusa per la misurazione della temperatura corporea sia in casa che in ospedale.

Come nel termometro classico, anche qui, è presente una punta metallica, ma questa non è a contatto con un metallo termosensibile, come nel caso dei termometri classici o di nuova generazione, ma con un piccolo sensore, chiamato termistore, alimentato da corrente elettrica.
Le variazioni di temperatura provocano nel sensore variazioni di resistenza elettrica, che attraverso un circuito elettronico vengono convertite in numeri e visualizzati su uno schermo di piccole dimensioni.
I termometri digitali sono affidabili, a basso costo e soprattutto rapidi: sono necessari, in media, 2 minuti per rilevare la temperatura.

Al contrario dei termometri a Gallio, essi sono dotati di un allarme acustico, che avvisa l’utente una volta che il termometro ha terminato la misurazione ed è possibile leggere sul display la temperatura.

3. Termometri ad infrarossi

I termometri ad infrarossi rappresentano gli strumenti di misurazione della temperatura corporea più moderni. Il loro punto di forza è rappresentato dal fatto che non necessitano di un contatto diretto con la pelle del paziente per la rilevazione della temperatura. Infatti, funzionano captando, attraverso un sensore, la radiazione infrarossa emessa dal calore del nostro corpo, che viene poi convertita da un piccolo processore in temperatura.
Questa tecnologia, sebbene non precisissima nella misurazione, è particolarmente utile in situazioni in cui è richiesta una misurazione rapida, ripetuta e soprattutto igienica, come negli ospedali o, come ci ha insegnato il covid, per le “misurazioni di massa” agli ingressi di edifici pubblici durante le emergenze sanitarie.

Il vantaggio più evidente di questo strumento è rappresentato, infatti, dalla rapidità di misurazione e dalla capacità di misurare la temperatura senza contatto con la pelle aumentandone il comfort soprattutto nei bambini e negli individui sensibili. Ad esempio, misurando la temperatura mentre il bambino dorme senza la necessità di svegliarlo o toccarlo. Tuttavia, anche il termometro ad infrarossi possiede alcune limitazioni.

Prima di tutto, per ottenere misurazioni corrette dal termometro, è fondamentale misurare aree del corpo dove la temperatura non subisce alterazioni significative come, ad esempio, la fronte.
Tuttavia, interferenze ambientali, come la temperatura dell’ambiente, il sudore ed il trucco, possono alterare il risultato della misurazione.
Per ottenere un risultato con il minor margine di errore, è consigliabile, dunque, effettuare la scansione in aree del capo con un intenso e costante flusso sanguigno, rilevando la temperatura anche in più punti: la zona superiore dell’occhio, la zona dietro all’orecchio o, più generalmente, la zona della fronte.
Inoltre, questa tipologia di termometro tende ad avere un costo molto elevato rispetto ai termometri digitali tradizionali.

Tra i termometri ad infrarossi esistono anche quelli auricolari, che però vanno inseriti nell’orecchio per rilevare la temperatura; anche in questo caso la temperatura viene misurata con un sensore ad infrarossi, che però andrà a misurare non la cute, ma la superficie del timpano.
La punta del termometro, rappresentata da un cono di plastica “usa e getta”, viene inserita nel condotto uditivo. Oltre alla facilità d’uso, questo metodo di misurazione risulta rapido, richiedendo pochi istanti, ed è anche molto affidabile.

I termometri auricolari di qualità professionale hanno un livello di precisione molto elevato.
Tuttavia, la misurazione in sede timpanica presenta numerose limitazioni legate, in massima parte, alla manualità dell’operatore soprattutto quando parliamo di bambini specie nelle prime epoche della vita.
La presenza di iperemia o di cerume, inoltre, può interferire in maniera significativa con la misurazione. La principale limitazione è rappresentata dal fatto che, comunque, tale misurazione deve essere sempre riservata ai bambini di età superiore alle quattro settimane di vita, epoca sotto la quale la misurazione con questo strumento risulta, infatti, inaffidabile.

 
Dove misurare la febbre?

Per quanto riguarda le sedi di misurazione, escludendo i termometri ad infrarossi, che non richiedono un contatto diretto con la cute e di cui abbiamo già parlato, la misurazione rettale sembrerebbe quella che si avvicina maggiormente alla rilevazione della temperatura centrale.
Tuttavia, sebbene questa sede di misurazione sia stata considerata, per lungo tempo, il miglior metodo di rilevazione della temperatura, oggi il suo utilizzo non è raccomandato dalle principali linee guida, essendo ritenuto un metodo invasivo, soprattutto nel bambino.

Anche la misurazione orale è poco sicura e influenzata da numerosi fattori confondenti, quali temperatura del cibo o presenza di infiammazioni della mucosa. Anche in questo caso, come nel caso della via rettale, le linee guida della SIP (Società Italiana di Pediatria) raccomandano di evitarla in tutti i bambini.

La misurazione ascellare è facile e ben tollerata nei pazienti di tutte le età. Per questo è quella più indicata per la misurazione con i termometri a Galinstan o digitali.

A casa, per te o per i tuoi bambini potrai, dunque, utilizzare, per la misurazione della febbre, come prima scelta, un termometro digitale, posizionato in sede ascellare.
La misurazione ascellare della temperatura ha, infatti, i vantaggi di essere facile da eseguire e di essere ben tollerata dalla maggioranza delle persone e, soprattutto, dai bambini.

In questo ultimo caso, ricordiamo qui quali sono le principali raccomandazioni delle Linee Guida SIP per il bambino.

  • In ambito ospedaliero o ambulatoriale, per i bambini fino a quattro settimane, la misurazione ascellare con termometro digitale.
  • In ambito ospedaliero o ambulatoriale, per i bambini oltre le quattro settimane, la misurazione ascellare con termometro digitale o quella timpanica con termometro a infrarossi.
  • A domicilio, la misurazione da parte dei genitori o dei tutori per tutti i bambini con termometro digitale in sede ascellare.
 
Se il mio bambino ha la febbre, quando devo chiamare il medico?

I genitori sono i migliori giudici per capire se il bambino è veramente malato e se è il caso di consultare il pediatra, indipendentemente dalla temperatura misurata. Tuttavia, di seguito sono riportate delle indicazioni di massima, che ti possono aiutare a capire quando rivolgerti al tuo pediatra o direttamente al Pronto Soccorso.

  • Se il tuo bambino ha una età inferiore ai 30 giorni di vita e ha una temperatura febbrile (qualsiasi essa sia) ha bisogno urgente di essere controllato dal pediatra o meglio da una struttura dotata di una neonatologia (possibilmente l’ospedale dove il vostro bambino è nato). A questa età, infatti, la febbre è un evento raro e può essere l’unico segno di una infezione o di una malattia grave.
  • Se il tuo bambino ha meno di 3 mesi, ma più di 30 gg di età e ha una temperatura pari o superiore ai 38°C, contatta quanto prima il pediatra curante o una struttura di Pronto Soccorso. Un bambino così piccolo con la febbre ha sempre bisogno di essere valutato da un medico.
  • Se il tuo bambino ha dai 3 mesi ai 6 mesi di vita, la cosa più importante è invece valutare come si comporta. Se interagisce con te, continua a giocare, assume liquidi con regolarità, si alimenta volentieri e non ha difficoltà a respirare non c’è bisogno di rivolgersi ad un pediatra con urgenza. Il pediatra andrà, però, contattato se la febbre persiste per più di 12-24 ore o se è molto alta.
  • Infine, se il tuo bambino ha una età maggiore di 6 mesi la febbre non rappresenta di per sé un sintomo di urgenza. Se il bambino gioca, interagisce con i genitori, beve, si alimenta volentieri e non ha difficoltà a respirare spesso non c’è urgenza di portarlo dal pediatra e potrete aspettare almeno 24-48 ore prima di farlo visitare. Infatti, la febbre è spesso il primo sintomo di una malattia esantematica, che si manifesterà nelle ore successive. Può accadere, così, che il pediatra non trovi nulla di significativo se il tuo bambino viene visitato troppo presto.

Premesso quindi che la febbre è solo un sintomo e non una malattia, devi comunque sempre valutare a quale altro sintomo la febbre è associata.

 
E se al mio bambino, oltre alla febbre, si associano altri sintomi?

Occorre una valutazione pediatrica se, alla febbre, (di qualsiasi grado essa sia), si associano altri sintomi come ad esempio:

  • Il tuo bambino è visibilmente pallido, beve poco, fa poca pipì o ha un minor numero di pannolini bagnati e quando piange non produce lacrime.
  • Il tuo bambino è molto abbattuto e, anche dopo la somministrazione di un farmaco per abbassare la febbre, resta sonnolento ed ha difficoltà a risvegliarsi.
  • Se ha vomito ripetuto e frequenti scariche di diarrea, soprattutto se sotto l’anno di vita.
  • Se ha rigidità della nuca (non può muovere il collo o ha il torcicollo) o un mal di testa importante (che nei bambini più piccoli si traduce in un pianto inconsolabile).
  • Se si nota un’eruzione cutanea inspiegabile, che potrebbe indicare un problema più grave quando associato alla febbre.
  • Se il tuo bambino ha difficoltà a respirare (se fa uno sforzo maggiore a respirare o la respirazione è più veloce del solito), anche dopo un lavaggio nasale per i bambini più piccoli.
  • Se ha una febbre persistente da oltre cinque giorni.

Ricorda: se il pediatra non è disponibile e il tuo bambino presenta una delle sintomatologie sopra descritte, ti consigliamo di rivolgerti al Pronto Soccorso, portando tutte le medicine che il bambino assume e tutte le informazioni che lo riguardano.

 
Quando trattare la febbre

La febbre è parte integrata della difesa del corpo contro i batteri e i virus. Una temperatura elevata aiuta, infatti, il sistema immunitario a combattere le infezioni del corpo in modo più efficace (batteri e virus preferiscono infatti un ambiente che è intorno a 37°C.)

D’altra parte, se la tua temperatura corporea o quella del tuo bambino è troppo alta, vi troverete a provare disagio: potrà essere complicato mangiare, bere o dormire, soprattutto nel bambino più piccolo.
Quindi, se la febbre non sta alterando il tuo comportamento, o quello del tuo bambino (se, quindi, nonostante la febbre, il bambino gioca, mangia e si riposa) non sarà necessario assumere un farmaco antipiretico. Nel bambino, tuttavia, ricordati, di offrire sempre una maggiore quota di liquidi per prevenire la disidratazione e di non coprirlo troppo.

In caso di febbre, infatti, si sta meglio se non ci si copre troppo e ci si trova in un ambiente non troppo caldo: se la temperatura del corpo del bambino è più alta del normale a causa di troppi vestiti o dell’eccessivo calore della stanza, sarà opportuno aiutarlo a rinfrescarsi togliendo i vestiti e lasciandolo riposare o giocare tranquillamente in un luogo fresco.

Al contrario, se la febbre, qualsiasi sia il suo valore, influisce sulle tue normali attività o quelle del tuo bambino, il vostro medico o il vostro pediatra potrà suggerirvi di utilizzare farmaci antipiretici a base di ibuprofene (se il tuo bambino è di almeno 3 mesi di età o ha un peso maggiore o uguale a 5,6 kg) o paracetamolo.

Attenzione: quando somministri i farmaci al tuo bambino controlla sempre che la dose sia appropriata per il peso. Non dare l’antipiretico più spesso di quanto è raccomandato. Infatti, non è vero che di più è meglio.
Non dare mai al tuo bambino farmaci a base di aspirina: l’aspirina può scatenare, nei bambini predisposti, la sindrome di Reye, una malattia rara, ma potenzialmente fatale.

Da sempre le nostre nonne ci hanno insegnato un approccio non farmacologico per ridurre il disagio in corso di febbre: esso è rappresentato, sostanzialmente, dalla pratica delle spugnature, cioè dalla applicazione di tessuti imbevuti di acqua fresca per rinfrescare il bambino con la febbre.
Questo metodo è tuttavia sconsigliato dalle principali linee guida come terapia, in quanto inefficace. Soprattutto, mai cercare di ridurre la febbre con spugnature a base di alcool nel bambino. L’alcool può essere assorbito nel flusso sanguigno del bambino attraverso la pelle e dare gravi effetti collaterali.

Conclusioni

In questa guida abbiamo posto l’attenzione su come misurare e trattare la febbre in modo corretto, con focus particolare sui neonati e sui bambini. Abbiamo esaminato i diversi tipi di termometro, con tutti i consigli per scegliere il sistema di misurazione più adatto alle tue esigenze.
Abbiamo poi visto come riconoscere e affrontare al meglio la febbre nei neonati e nei bambini molto piccoli.
In ogni caso, questo articolo non può e non vuole sostituirsi al parere del tuo pediatra o del tuo medico. Se hai dubbi o desideri maggiori informazioni, non esitare a rivolgerti a lui.

 

Domande Frequenti

In commercio ci sono principalmente tre tipologie di termometro: a Galinstan (ex termometro a mercurio), digitale e a infrarossi. In generale sono valide tutte e tre le tipologie. Diciamo che, per maggiore praticità e velocità di misurazione, specie se hai un bambino piccolo, il termometro digitale sembra la migliore soluzione.

Se hai un termometro a Galinstan o digitale, la misurazione ascellare è la preferibile perché tollerata da pazienti di tutte le età, non invasiva e non condizionata da fattori confondenti.

Dipende dall’età del tuo bambino e se è associata ad altri sintomi. In linea generale, se hai un neonato di meno di 30 giorni, dovresti portarlo urgentemente in una struttura dotata di una neonatologia, meglio se nell’ospedale dove è nato.

Se il tuo bambino ha più di 30 giorni e meno di 3 mesi e una temperatura pari o superiore ai 38°C, contatta quanto prima il pediatra curante. Dai 3 mesi ai 6 mesi di vita è fondamentale valutare come si comporta il comportamento del bambino ed altri eventuali sintomi associati (tosse, difficoltà respiratoria, difficoltà ad alimentarsi etc.) prima di contattare il curante , tuttavia se hai dubbi o se la febbre persiste da più di 12- 24 ore è meglio contattare il pediatra. Se infine il tuo bambino ha più di 6 mesi, controlla il suo comportamento e se respira bene, interagisce con l’ambiente circostante e si alimenta volentieri . Potrai aspettare 24-28 ore prima di portarlo dal pediatra. Molte malattie, ad esempio quelle esantematiche, danno segno di se dopo 48-72h, prima di quel periodo sarà infatti difficile per il tuo pediatra fare una diagnosi definitiva.


Prof. Jacopo Pagani
Medico Chirurgo-Pediatra. Dottore di ricerca in scienze Pediatriche.