Da Presteril, i kit di ricambio per aerosolterapia che contengono: ampolla, pisper e connettore, forcella nasale, tubo per l’aria, boccaglio con o senza valvola, filtri e mascherina per adulti e pediatrica. Ogni elemento è sostituibile autonomamente.
Tutti gli accessori sono realizzati in materiale resistente, facili da pulire, privi di lattice e ftalati. Le mascherine, grazie alle morbide estremità in silicone, sono delicate sulla pelle e adatte anche ai più piccoli.
1. Lava accuratamente le mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi.
2. Pulisci la ferita con acqua potabile ed elimina sporco, schegge o terra.
3. Disinfetta la ferita: usa una compressa sterile con disinfettante, poi asciuga la zona interessata.
4. Scegli la medicazione giusta per le tue esigenze, quindi rimuovi una delle due alette protettive e posiziona sulla pelle la prima metà del cerotto.
5. Applica la medicazione verificando che il tamponcino copra la ferita, quindi rimuovi la seconda aletta e fissa il cerotto premendo delicatamente.
6. Mantieni la ferita pulita e cambia medicazione almeno una volta al giorno.
Ricorda che un tattoo è molto più di un semplice disegno sulla pelle: è una piccola ferita che ha bisogno delle giuste attenzioni per evitare infezioni, irritazioni o fastidiosi sbiadimenti precoci.
In questo articolo, scoprirai tutto ciò che c’è da sapere su come curare i tatuaggi, quali prodotti utilizzare, cosa evitare assolutamente e come proteggere la pelle per un risultato perfetto. Infatti, curare un tatuaggio significa anche prendersi cura della propria pelle.
Quando ti fai un tatuaggio, la pelle subisce una microlesione controllata: l’ago raggiunge il derma depositando i pigmenti dell’inchiostro in profondità. Questo processo attiva immediatamente il sistema immunitario, che reagisce come farebbe con qualsiasi altra ferita.
Subito dopo la sessione, la pelle appare arrossata, gonfia e sensibile. Questo perché il corpo attiva il sistema immunitario per contrastare eventuali agenti patogeni e favorire la riparazione cutanea. Nei giorni successivi, il corpo inizia a creare un nuovo strato superficiale di pelle per proteggere l’area e si formano delle croste per sigillare la ferita e prevenire infezioni, che è fondamentale non rimuovere.
Passate le prime fasi, inizia la vera e propria guarigione del tatuaggio che potrebbe richiedere le seguenti tempistiche:
In ogni momento, una corretta routine di cura della pelle tatuata è fondamentale per evitare infezioni, irritazioni e perdita di colore. Infatti, una pelle ben idratata e protetta permetterà al tatuaggio di guarire al meglio ma soprattutto di mantenere i suoi colori brillanti e definiti nel tempo.
Come abbiamo visto, un tatuaggio può impiegare dai 3 ai 6 mesi per guarire completamente. Tuttavia, queste tempistiche possono variare in base a diversi fattori che è importante conoscere e considerare:
Come abbiamo già detto, il tatuaggio è, a tutti gli effetti, una ferita sulla pelle e come tale va trattato con attenzione per evitare problemi come croste spesse, cicatrici o sbiadimento precoce. Per questo una corretta cura post-tatuaggio è essenziale e ti aiuterà a preservare la nitidezza dei colori, prevenire infezioni e favorire una guarigione ottimale.
Vediamo passo dopo passo come curare un tatuaggio quando è appena stato fatto.
Dopo aver terminato il tatuaggio, il tatuatore pulisce accuratamente l’area e applica una benda protettiva (solitamente una pellicola trasparente o una medicazione traspirante). Questa protezione serve a evitare il contatto con batteri e a ridurre il rischio di infezioni nelle prime ore, quando la pelle è più vulnerabile.
Ecco alcune indicazioni fondamentali da seguire subito dopo l’uscita dallo studio del tatuatore:
In linea generale, è buona norma seguire le indicazioni del tatuatore, che solitamente consiglia una crema specifica per favorire la guarigione. Queste creme, sebbene lenitive e idratanti, non hanno funzione disinfettante. Per questo motivo, è essenziale attenersi alle istruzioni ricevute e non utilizzare prodotti non consigliati, che potrebbero alterare il processo di guarigione del tatuaggio.
Abbiamo visto che il processo di guarigione superficiale dura in media 15-30 giorni, ma la pelle sottostante continua a rigenerarsi per alcuni mesi.
Durante questo periodo, è fondamentale adottare le giuste precauzioni per evitare infezioni e garantire un aspetto uniforme e duraturo al tatuaggio. Le principali sono:
Detersione quotidiana della pelle tatuata: lava il tatuaggio una o due volte al giorno con acqua tiepida e un detergente delicato. Non usare spugne o salviette ruvide, il contatto deve avvenire solo con le mani pulite.
Idratazione costante: la pelle tatuata tende a seccarsi facilmente. Dopo la detersione, applica una crema lenitiva e idratante.
Protezione dal sole: i raggi UV sono i peggiori nemici dei tatuaggi perché sbiadiscono i colori e rendono la pelle più sensibile. Per almeno un mese dopo il tatuaggio, evita l’esposizione diretta al sole e usa sempre una protezione solare SPF 50+ sulle zone tatuate, anche in città.
Evita il contatto con superfici sporche e vestiti aderenti: indossa abiti morbidi e in cotone, evitando tessuti sintetici o capi troppo stretti che potrebbero sfregare sulla pelle. Se lavori in ambienti polverosi o a rischio contaminazione, puoi proteggere il tatuaggio con una benda traspirante per qualche giorno.
Non grattare il tatuaggio e non rimuovere le croste: durante la guarigione, è normale avvertire prurito e desquamazione. Resisti alla tentazione di grattarti, togliere le croste in modo forzato potrebbe lasciare macchie, cicatrici o zone con perdita di colore. Se il prurito è fastidioso, prova a tamponare la pelle con acqua fredda o a usare uno spray lenitivo con acqua termale.
Prendersi cura di un tatuaggio non è complicato, ma è essenziale per mantenerlo perfetto nel tempo. Seguendo una corretta routine di detersione, idratazione e protezione dal sole, potrai preservare i colori del tuo tattoo e favorire una guarigione rapida e sicura della tua pelle.
Uno degli aspetti più importanti della cura post-tatuaggio è l’uso di una crema specifica, formulata per idratare, proteggere e favorire la rigenerazione della pelle. La scelta del prodotto giusto può fare la differenza tra un tatuaggio che guarisce perfettamente e uno che sviluppa crosticine spesse, zone di colore sbiadite o irritazioni.
Ma quale crema per tatuaggi scegliere? La maggior parte delle creme post-tatuaggio contiene Pantenolo (pro-vitamina B5), un principio attivo noto per le sue proprietà lenitive e rigeneranti. Il Pantenolo aiuta a mantenere la pelle elastica e idratata, evitando che si secchi eccessivamente, condizione che potrebbe compromettere la qualità del tattoo. Oltre al Pantenolo, è possibile scegliere creme arricchite con vitamina E, burro di karité o estratti vegetali lenitivi, che contribuiscono a calmare il rossore e il prurito tipici della fase di guarigione.
Invece, per quanto riguarda le tempistiche, solitamente è consigliato aspettare 12-24 ore dopo la realizzazione del tatuaggio per applicare la crema, rimuovendo prima la pellicola protettiva applicata dal tatuatore.
Prima di spalmare il prodotto, è fondamentale lavarsi bene le mani e detergere il tatuaggio con un sapone neutro e antibatterico. Non serve esagerare con la quantità, un velo uniforme è sufficiente per mantenere la pelle idratata senza occludere i pori.
Inoltre, l’applicazione della crema deve essere costante e regolare, di solito 2-3 volte al giorno, per tutto il periodo di guarigione (circa 10-30 giorni). È importante non mescolare più prodotti diversi e non utilizzare vaselina o creme a base di petrolati, che potrebbero impedire alla pelle di respirare, favorendo la formazione di irritazioni o infezioni.
In caso di arrossamenti persistenti o reazioni cutanee anomale, è consigliabile consultare il tatuatore o un sanitario, per valutare l’eventuale sostituzione della crema con una più adatta al proprio tipo di pelle.
In merito a cosa si deve mettere sui tatuaggi appena fatti, oltre ad una buona crema è importante capire la tipologia di benda o cerotto che si può usare in questa situazione.
L’uso di un cerotto per tatuaggio appositamente studiato aiuta a proteggere la zona tatuata da agenti esterni, prevenendo sfregamenti e contaminazioni. Inoltre, i cerotti giusti favoriscono la cicatrizzazione creando un ambiente ideale per la rigenerazione cutanea, mantenendo il tatuaggio idratato e protetto.
Esistono diverse tipologie di bende per tatuaggi e cerotti post-tatuaggio, ognuna con specifiche caratteristiche. La scelta dipende da vari fattori, tra cui la posizione del tatuaggio, la sensibilità della pelle e la necessità di protezione in ambienti particolarmente a rischio, come la piscina.
Ecco due soluzioni Presteril pratiche e sicure per la protezione del tatuaggio:
Compresse sterili in TNT Soft di Presteril: morbide, traspiranti e non abrasive, sono ideali per le pelli sensibili e perfette per pulire delicatamente la pelle intorno al tatuaggio. Grazie alla loro struttura, permettono una pulizia efficace senza irritare la zona trattata, evitando traumi o sfregamenti eccessivi. Le compresse in TNT sono particolarmente utili nei primi giorni dopo la realizzazione del tatuaggio, quando la pelle è più sensibile e necessita di un’igiene accurata per favorire una guarigione ottimale.
Cerotti Sili-Soft di Presteril: sono delicati e progettati per offrire massima aderenza senza irritare la pelle, grazie all’adesivo in silicone ipoallergenico. Sono particolarmente indicati per chi ha la pelle sensibile o per tatuaggi posizionati in zone soggette a sfregamento. Sono dotati di un innovativo sistema Easy Check (Stacca-Attacca) che permette di rimuoverli e riposizionarli senza perdere aderenza.
Per approfondire e scoprire altre tipologie di bende e cerotti delicati, leggi la nostra guida sui Cerotti per Pelli sensibili
Dopo aver fatto un tatuaggio, una delle domande più comuni riguarda il come trattare la zona in piscina e se è necessario mettere un cerotto. Il cloro e i batteri presenti nell’acqua possono infatti compromettere la guarigione e sbiadire i colori del tatuaggio. Per questo motivo, viene sempre consigliato di aspettare almeno due settimane prima di immergersi, permettendo alla pelle di rigenerarsi correttamente.
Anche dopo questo periodo,un cerotto per proteggere il tatuaggio in piscina può essere un’ottima soluzione per ridurre gli effetti del cloro sull’alterazione dei pigmenti dell’inchiostro che renderebbero il tatuaggio meno brillante e meno definito.
Un cerotto impermeabile, una benda traspirante o una pellicola protettiva possono creare una barriera efficace contro l’acqua della piscina, anche se ricordiamo che se il tatuaggio è ancora in fase di guarigione, la scelta migliore rimane evitare del tutto la piscina. Se, invece, è già guarito, adottare precauzioni come l’uso di un cerotto per tatuaggio da piscina o di una protezione solare aiuterà a mantenere i colori brillanti e la pelle sana nel tempo.
Oltre a seguire le giuste pratiche di igiene e idratazione delle quali abbiamo parlato finora, è importante sapere cosa NON fare nei giorni successivi al tatuaggio.
Alcune abitudini sbagliate possono, infatti, prolungare il tempo di guarigione inutilmente. Vediamo le principali cose da evitare quando ci si è appena fatti un tatuaggio:
Evita bagni, piscina e mare: nelle prime due settimane è consigliabile limitarsi a docce brevi con acqua tiepida, evitando di immergere il tatuaggio per lunghi periodi.
Niente palestra, sudore e sfregamenti: lo sport eccessivo nei primi giorni può essere dannoso per la guarigione del tatuaggio. Il sudore e gli sfregamenti con vestiti attillati aumentano il rischio di infezioni e irritazioni. Per non stressare la pelle e favorire una guarigione ottimale, è meglio evitare allenamenti intensi, saune e attività che causano sudorazione eccessiva per almeno una settimana.
Non esporre il tatuaggio al sole: i raggi UV sono i nemici dei tatuaggi appena fatti. L’esposizione al sole può causare sbiadimento precoce, irritazioni e ritardi nella cicatrizzazione. Per le prime 2-3 settimane, è meglio coprire la zona tatuata con vestiti di cotone traspiranti. Anche una volta guarito, è indispensabile applicare una protezione solare SPF 50+ per preservare i colori e la definizione del disegno.
Non usare prodotti sbagliati: non tutte le creme sono adatte ai tatuaggi. Prodotti contenenti alcol, profumi, vaselina o sostanze chimiche aggressive possono ostacolare la cicatrizzazione e irritare la pelle.
Non grattare né rimuovere crosticine: grattarsi o rimuovere le croste manualmente può causare perdita di colore del tatuaggio ma soprattutto cicatrici permanenti.
Non dormire con lenzuola sporche o animali domestici: durante la notte, il tatuaggio potrebbe rilasciare piccoli residui di inchiostro e plasma. Per evitare infezioni, è importante cambiare spesso le lenzuola e assicurarsi che siano sempre pulite. Inoltre, se si dorme con animali domestici, è meglio evitare che entrino in contatto con il tatuaggio, per prevenire contaminazioni batteriche.
Ricorda di seguire sempre le istruzioni del tuo tatuatore, mantenere la pelle idratata e protetta e avere un po’ di pazienza.
Come avrai capito leggendo questa guida, prendersi cura di un tatuaggio appena fatto richiede attenzione e costanza.
Igiene, idratazione e protezione sono le parole chiave: lavare il tatuaggio con delicatezza, applicare la crema giusta e scegliere cerotti specifici se necessario aiuta a prevenire infezioni e garantire una guarigione ottimale. È importante anche evitare sole, acqua e sfregamenti e rispettare i tempi di cicatrizzazione senza avere fretta. Con queste semplici regole, il tatuaggio manterrà il suo aspetto migliore e potrai godertelo a lungo con colori vividi e ben definiti.
Infine, ricordiamo che questa guida ha uno scopo informativo. Se hai dubbi o disagi inaspettati post tatuaggio, è sempre meglio consultare un medico che possa offrire consigli personalizzati e sicuri.
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Ti è mai capitato di indossare scarpe nuove e ritrovarti, dopo poche ore, con fastidiose vesciche ai piedi? Oppure di affrontare una lunga camminata e scoprire che l’attrito costante ha lasciato il segno sulla tua pelle? Le vesciche sono un problema più comune di quanto si pensi e possono trasformare anche la giornata più piacevole in un’esperienza dolorosa.
Prevenirle e curarle nel modo giusto è più semplice di quanto immagini! In questo articolo scopriremo tutto ciò che devi sapere sulle vesciche ai piedi: come si formano, quali sono i rimedi migliori e, soprattutto, quali cerotti scegliere per proteggere la pelle e accelerare la guarigione.
Le vesciche ai piedi sono piccole sacche piene di liquido che si formano a causa di sfregamenti ripetuti, pressione eccessiva o sudorazione.
La comparsa delle vesciche avviene quando lo strato più esterno della pelle (epidermide) si separa dal derma a causa di uno sfregamento continuo, un’ustione o un’irritazione, creando una piccola sacca che si riempie di liquido sieroso. A livello medico, vengono definite flittene e rappresentano un meccanismo di difesa naturale del corpo: il liquido contenuto al loro interno crea un cuscinetto protettivo che riduce il rischio di ulteriori danni ai tessuti sottostanti e favorisce la guarigione. Generalmente, la pelle che ricopre la vescica è sottile e delicata e, se si rompe accidentalmente, può lasciare scoperto uno strato di pelle sensibile e dolorante.
Come abbiamo visto, le vesciche sono una risposta naturale del corpo a un’irritazione della pelle e possono avere diverse cause. Sebbene le più comuni siano legate a sfregamenti ripetuti e pressioni eccessive, esistono anche fattori meno noti che possono favorirne la comparsa.
Uno sfregamento continuo sulla pelle è la causa principale delle vesciche, in particolare su piedi e mani. Questo avviene quando la pelle è sottoposta a un attrito costante, che porta alla separazione dell’epidermide dagli strati sottostanti e alla formazione della bolla di liquido sieroso.
Le situazioni più comuni che possono causare vesciche da attrito sono:
scarpe nuove, strette o inadatte, che sfregano contro il piede;
scarpe con i tacchi, che esercitano una pressione eccessiva su specifiche aree del piede;
attività sportive intense (corsa, escursionismo, ciclismo) senza calzature adeguate;
lavori manuali ripetitivi (come usare attrezzi o strumenti senza guanti protettivi);
strumenti musicali a corde o percussioni, che causano vesciche sulle dita;
pelle umida o sudata, che ammorbidisce l’epidermide e la rende più vulnerabile agli sfregamenti.
Anche le ustioni possono causare la comparsa di vesciche. Il calore eccessivo danneggia gli strati superficiali della pelle, provocando il distacco dell’epidermide e la formazione di una bolla di liquido protettivo. Tuttavia, in questo articolo ci concentreremo sulle vesciche da sfregamento, ma se vuoi approfondire anche questo aspetto leggi la nostra guida sulle Ustioni e i rimedi più comuni.
Sappiamo che le vesciche ai piedi possono essere fastidiose e dolorose, ma con la giusta cura guariscono rapidamente senza complicazioni. Il primo passo fondamentale è valutare la situazione: la vescica è ancora chiusa o si è già aperta? In base a questo, cambia il modo in cui intervenire, vediamo insieme come.
Se la vescica non è troppo grande e non causa dolore intenso, il modo migliore per favorire la guarigione è lasciarla intatta. Il liquido all’interno agisce come una barriera naturale, proteggendo la pelle sottostante e facilitando il processo di riparazione.
Ecco cosa fare:
lavare delicatamente la zona con acqua tiepida;
asciugare con attenzione, tamponando con un panno morbido per evitare di irritare la pelle o di scoppiare la vescica;
applicare un cerotto protettivo per prevenire ulteriori sfregamenti, scegliendo un cerotto specifico per vesciche che aiuti a ridurre la pressione sulla zona interessata;
evitare di scoppiare la vescica, a meno che non sia estremamente grande e dolorosa.
Se la vescica è grande e rende difficile camminare, potrebbe essere necessario drenare il liquido al suo interno per alleviare il dolore. Questa operazione va fatta con la massima attenzione per evitare infezioni.
Ecco i passaggi da seguire:
disinfettare la pelle intorno alla vescica con un antisettico delicato;
utilizzare una siringa sterile o un ago monouso per praticare un piccolo foro laterale;
far fuoriuscire il liquido con una leggera pressione usando una garza sterile, senza rimuovere la pelle della vescica;
applicare un disinfettante e coprire la zona con un cerotto specifico per proteggere la pelle sottostante.
È importante considerare che una vescica aperta espone la pelle viva agli agenti esterni, aumentando il rischio di infezioni. In questo caso, è importante proteggere l’area e favorire la cicatrizzazione.
L’applicazione di una pomata per vesciche ai piedi può aiutare a lenire il dolore, proteggere la pelle e stimolare la rigenerazione cutanea. Le creme più efficaci sono quelle con proprietà cicatrizzanti, lenitive e antibatteriche. Le pomate vanno applicate solo sulla pelle pulita e asciutta, evitando di spalmarle sulla membrana ancora intatta della vescica se ancora non è stata drenata.
Dopo aver applicato la crema, è consigliabile proteggere la vescica con cerotti per vesciche appositamente studiati per creare una barriera contro sfregamenti e agenti esterni. Con la giusta combinazione di creme cicatrizzanti e cerotti protettivi, è possibile alleviare il dolore e favorire una rapida cicatrizzazione, permettendo ai piedi di tornare in perfetta forma nel minor tempo possibile.
I cerotti per vesciche agiscono creando una barriera protettiva per la pelle lesionata e evitano ulteriori sfregamenti che potrebbero peggiorare la situazione. La scelta del cerotto giusto dipende dalla posizione della vescica e dal livello di comfort desiderato.
Vediamo insieme alcune caratteristiche fondamentali da considerare quando si scelgono i cerotti per vesciche:
materiale traspirante: i cerotti devono garantire un buon passaggio dell’aria per evitare accumuli di umidità che potrebbero rallentare la guarigione;
presenza di un tamponcino: riduce la pressione e il dolore, proteggendo la zona lesionata dagli urti e dallo sfregamento con scarpe e calzini;
adesione sicura e lunga durata: un buon cerotto deve restare ben saldo sulla pelle, senza rischiare di staccarsi troppo presto o creare irritazioni;
componenti lenitive e cicatrizzanti: alcuni cerotti sono arricchiti con ingredienti come acido ialuronico o disinfettanti, che accelerano la guarigione e prevengono infezioni.
La funzione principale dei cerotti utilizzati per le vesciche è quella di creare una barriera protettiva che impedisce alla lesione di peggiorare e di infettarsi. Infatti, grazie alla loro struttura, offrono diversi benefici:
protezione dallo sfregamento: riducono l’attrito con le calzature, evitando che la pelle lesa venga ulteriormente irritata;
sollievo dal dolore: il loro tamponcino ammortizzante attenua la pressione esercitata sulla vescica, diminuendo il fastidio durante la camminata;
prevenzione di infezioni: fungono da barriera contro batteri e impurità, riducendo il rischio di complicazioni.
Invece, in merito alle tipologie di cerotti più adatte, possiamo dire che quando una vescica si rompe o viene drenata, è importante scegliere cerotti traspiranti e delicati sulla pelle, che garantiscano protezione e comfort senza ostacolare il naturale processo di cicatrizzazione.
Cerotti Acido Ialuronico : sono cerotti con acido ialuronico, attivo che aiuta a mantenere il giusto livello di idratazione e accelera il processo di cicatrizzazione. Sono progettati con una forma anatomica che garantisce un’aderenza perfetta anche sulle vesciche più irregolari.
Cerotti flessibili: sono traspiranti e conformabili, perfetti per le vesciche situate sulle dita dei piedi o in zone difficili da proteggere. Hanno un adesivo ipoallergenico e un tamponcino con disinfettante, che aiuta a prevenire infezioni e mantiene la ferita in un ambiente protetto.
Per ottenere il massimo beneficio dai cerottiper vesciche, è fondamentale applicarli nel modo corretto, seguendo alcuni semplici passaggi:
lava e disinfetta la zona: prima di applicare il cerotto, è fondamentale pulire accuratamente la zona interessata. Se la vescica è intatta, puoi utilizzare un disinfettantedelicato per ridurre il rischio di infezioni. Assicurati che l’area sia ben asciutta prima di procedere con la medicazione o l’applicazione del cerotto;
applica il cerotto senza creare pieghe: posiziona il cerotto in modo da coprire interamente la vescica e fai aderire bene i bordi per evitare infiltrazioni di sudore o sporco;
lascia il cerotto in posizione: i cerotti per vesciche non vanno cambiati troppo frequentemente, a meno che non si stacchino da soli o si sporchino. In ogni caso, è bene seguire le indicazioni che trovi sulla scatola dei cerotti che hai acquistato perché alcuni potrebbero richiedere una sostituzione più frequente;
rimuovi delicatamente: quando è il momento di sostituirlo, non strapparlo via velocemente per evitare di danneggiare la pelle sottostante. Stacca il cerotto con delicatezza, eventualmente aiutandoti con un po’ di acqua tiepida per ammorbidire l’adesivo.
Riguardo quest’ultimo punto, puoi consultare la nostra guida dedicata che ti spiega al meglio Come togliere un cerotto senza farsi male.
I rimedi naturali per le vesciche ai piedi possono offrire sollievo e favorire la guarigione, ma la loro efficacia dipende dalla grandezza e dallo stato della vescica. Se la vescica è piccola, chiusa e non dolorosa, si possono utilizzare soluzioni come gel di aloe vera, noto per le sue proprietà lenitive e cicatrizzanti. Anche un pediluvio con acqua e sale o bicarbonato può avere un effetto calmante e disinfettante, ma è importante asciugare bene i piedi dopo il trattamento, perché l’umidità favorisce la comparsa di nuove vesciche.
Tuttavia, se la vescica è aperta o già infetta è meglio evitare soluzioni fai-da-te e optare per trattamenti specifici, come cerotti medicati o pomate cicatrizzanti. Inoltre, se compaiono segni di infezione – come pus, gonfiore e dolore persistente – è fondamentale consultare un medico. La prevenzione resta sempre la miglior strategia, infatti indossare scarpe comode, calze traspiranti e mantenere la pelle idratata aiuta a ridurre il rischio di vesciche e a proteggere la salute dei piedi.
Sebbene le vesciche siano più comuni sui piedi, possono formarsi anche sulle mani, soprattutto in chi svolge lavori manuali, utilizza strumenti come racchette, remi, attrezzi da palestra o maneggia frequentemente oggetti pesanti. L’attrito ripetuto, unito all’umidità e al sudore, può irritare la pelle fino a generare bolle piene di liquido, proprio come accade sui piedi.
I rimedi per le vesciche alle mani seguono le stesse indicazioni di quelle ai piedi che abbiamo già approfondito: è fondamentale non romperle, disinfettare bene la pelle e proteggerla con cerotti specifici, che aiutano a ridurre lo sfregamento e favorire la guarigione.
Tuttavia, poiché le mani sono costantemente esposte all’ambiente esterno, è importante cambiare la medicazione più spesso, per evitare il rischio di infezioni.
Invece, per prevenire la comparsa delle vesciche, è utile indossare guanti protettivi quando si svolgono attività manuali intense e, se si soffre di sudorazione eccessiva, applicare talco assorbente per ridurre l’umidità e l’attrito sulla pelle.
Siamo arrivati alla fine di questo articolo in cui abbiamo visto come trattare e curare le vesciche, dai rimedi più efficaci fino ai cerotti migliori per proteggerle e favorire la guarigione. Ora è il momento di riassumere alcuni consigli pratici che possono fare davvero la differenza nella prevenzione e nella cura di questo fastidioso problema:
scegli scarpe comode e adatte alla tua attività, né troppo strette né troppo larghe. Una buona calzatura è la prima difesa contro le vesciche!
indossa calze di qualità, in cotone morbido o tessuti tecnici, per ridurre l’umidità e prevenire sfregamenti;
evita di camminare a lungo con i piedi umidi o sudati;
applica cerotti specifici per vesciche nelle zone più soggette a sfregamento, soprattutto prima di un’escursione o di un’attività sportiva;
non bucare la vescica! Se rimane intatta, protegge la pelle sottostante e previene infezioni;
se la vescica si rompe da sola, disinfetta immediatamente la zona e coprila con un cerotto medicato per favorire la guarigione;
evita di camminare scalzo quando hai una vescica per ridurre il rischio di infezioni batteriche;
Seguendo questi accorgimenti, potrai dire addio alle vesciche e goderti ogni passo senza fastidi!
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Step 1
In caso di lesioni cutanee disinfetta e medica la ferita con compresse sterili.
Step 2
Applica la benda elastica avvolgendo interamente la zona interessata senza stringere troppo.
3
Step 3
Ti saranno sufficienti pochi giri per ottenere un bendaggio sicuro.
4
Step 4
Rimuovi delicatamente: la benda autoadesiva non strappa i peli e l’operazione è del tutto indolore.
Le cicatrici post-operatorie sono testimonianze visibili del processo di guarigione che segue un intervento chirurgico. Quando la pelle viene incisa, il nostro organismo attiva una serie di meccanismi per riparare il danno e ristabilire l’integrità del tessuto.
Tuttavia, questo processo non sempre procede senza intoppi. In alcune circostanze, le cicatrici possono presentare gonfiore, arrossamento, prurito o dolore, trasformandosi in cordoni spessi e poco estetici, suscitando preoccupazioni in chi le vive.
In questo approfondimento, esploreremo le principali cause di una cicatrice post operatoria “gonfia”, così come genericamente indicata, i rimedi e i trattamenti disponibili, con l’obiettivo di promuovere una guarigione sana e sicura, garantendo il benessere della persona.
Un sintomo comune delle cicatrici è il prurito, che può essere fastidioso e compromettere il benessere del paziente.
Le cause principali del prurito di una cicatrice post operatoria sono:
Per alleviare il prurito, è consigliabile applicare regolarmente creme emollienti per mantenere la pelle morbida ed evitare di grattare la cicatrice perché può danneggiare il tessuto cicatriziale e rallentare la guarigione.
Una cicatrice post-operatoria che appare dura può indicare una produzione eccessiva di tessuto cicatriziale, spesso dovuta a un surplus di collagene durante la fase di guarigione. Queste cicatrici possono presentarsi gonfie e causare disagio, ma non sempre rappresentano un problema significativo.
Tuttavia, se si avverte dolore persistente o si osserva una crescita continua della cicatrice, è consigliabile consultare un medico per una valutazione approfondita. In alcuni casi, infatti, queste manifestazioni possono evolvere in cheloidi. Approfondiremo meglio cosa sono questi ultimi nel prossimo paragrafo.
I cheloidi sono cicatrici che si sviluppano quando il corpo, durante il processo di guarigione, produce una quantità eccessiva di collagene. Questo accumulo dà origine a una cicatrice che si estende oltre i margini della ferita originale, rendendola rigida e rilevata. La durezza del cheloide è dovuta al tessuto fibroso compatto che si forma in modo incontrollato, creando un cordone spesso e a volte fastidioso.
Oltre alla loro consistenza dura, i cheloidi possono risultare dolorosi a causa della pressione esercitata sulle terminazioni nervose. Man mano che il cheloide cresce, può comprimere i tessuti circostanti, causando disagio o addirittura dolore continuo, soprattutto in aree sottoposte a tensione o movimento frequente.
Un altro fattore che contribuisce al dolore e alla sensazione di tensione è l’infiammazione persistente. Anche quando la ferita è chiusa da tempo, il processo infiammatorio all’interno del cheloide può continuare, mantenendo il tessuto cicatriziale sensibile e talvolta irritato. Queste caratteristiche rendono i cheloidi non solo un problema estetico, ma anche una fonte di disagio per chi li sviluppa.
Gestire una cicatrice gonfia dopo un intervento chirurgico è fondamentale per favorire una guarigione ottimale, prevenire complicazioni e garantire il proprio benessere.
Ecco 3 indicazioni pratiche su come trattare una cicatrice gonfia dopo un intervento:
1. Applicare il ghiaccio: l’uso di impacchi freddi è un metodo efficace per ridurre il gonfiore e calmare l’infiammazione nella fase iniziale della guarigione. È fondamentale evitare il contatto diretto del ghiaccio con la pelle per prevenire irritazioni o ustioni da freddo. Il ghiaccio va sempre avvolto in un panno pulito o in un asciugamano. In alternativa, si possono utilizzare presidi specifici come i sacchetti di ghiaccio istantaneo, che si attivano facilmente e sono progettati per un’applicazione sicura e diretta sulla cute, o una borsa del ghiaccio professionale. Anche in questi casi, è preferibile limitare il tempo di applicazione a intervalli di 10-15 minuti, facendo pause per evitare effetti indesiderati.
2. Sollevare la zona interessata: questo principio è particolarmente importante nel caso di interventi chirurgici agli arti, come braccia o gambe, dove il ristagno di fluidi può essere più marcato. Mantenere la zona sollevata, ad esempio appoggiando la gamba su un cuscino o utilizzando un supporto adeguato per il braccio, aiuta a contrastare l’edema e accelera il processo di guarigione di una cicatrice dopo un intervento.
3. Igiene accurata: mantenere la ferita pulita è un passaggio fondamentale per prevenire infezioni e garantire una guarigione ottimale. Una pulizia accurata aiuta a rimuovere eventuali residui o secrezioni che potrebbero favorire la proliferazione di batteri. È importante utilizzare soluzioni disinfettanti delicate, come la soluzione fisiologica o antisettici specifici raccomandati dal medico o dal tuo farmacista, evitando prodotti aggressivi che potrebbero irritare la pelle o compromettere il processo di cicatrizzazione. Durante la pulizia, è importante osservare attentamente la ferita per rilevare segni precoci di infezione, come arrossamento eccessivo, gonfiore, dolore persistente, secrezioni giallastre o maleodoranti, o un aumento della temperatura locale.
Una cicatrice post operatoria ‘gonfia’, come una ferita ipertrofica o un cheloide, è molto più di un normale segno del processo di guarigione, rappresenta una complicazione che richiede un approccio medico mirato.
Questi tipi di cicatrici sono lesioni complesse che possono avere un impatto sia estetico sia funzionale, e non possono essere trattate efficacemente con rimedi improvvisati e soprattutto non possono essere trascurate.
È fondamentale affidarsi a un professionista sanitario per valutare le opzioni terapeutiche più appropriate. Nel seguente elenco vedremo una panoramica delle più comuni.
In questi casi, le possibilità di intervento medico avanzato per il trattamento di cicatrici post operatorie includono:
È importante sottolineare che non esiste un unico trattamento universale per i cheloidi e le cicatrici complesse. Ad esempio, il trattamento chirurgico isolato presenta un tasso di recidiva che può raggiungere il 100%, rendendo indispensabile abbinarlo ad altre terapie adiuvanti per ridurre il rischio di ricomparsa.
La gestione efficace di queste cicatrici richiede un approccio personalizzato e multidisciplinare, che tenga conto della tipologia della cicatrice, della sua localizzazione, delle condizioni generali del paziente e della risposta individuale ai trattamenti.
Solo un professionista esperto può valutare accuratamente ogni caso e proporre un piano terapeutico integrato, combinando diverse tecniche per ottenere i migliori risultati possibili.
Affidarsi a specialisti qualificati non solo garantisce un trattamento più sicuro ed efficace, ma riduce anche il rischio di complicazioni.
Se il gonfiore persiste per mesi o si presenta improvvisamente dopo un apparente miglioramento, è essenziale consultare un medico per una valutazione approfondita.
Situazioni che richiedono attenzione includono:
Un passaggio essenziale nella gestione di qualsiasi tipo di cicatrice è la protezione dai raggi UV. L’esposizione solare può infiammare o scurire le cicatrici e causare iperpigmentazione, rendendole più visibili e difficili da trattare. È fondamentale applicare una crema solare con SPF 50+ direttamente sulla cicatrice e sulla zona circostante, anche nei mesi invernali.
Nei primi mesi, quando la pelle è particolarmente sensibile, è consigliabile utilizzare anche indumenti o bende per proteggere l’area, riducendo ulteriormente il rischio di danni causati dal sole.
Le cicatrici post operatorie sono una parte normale del processo di guarigione, ma richiedono attenzione e cura per evitare complicazioni. Seguire una corretta igiene, adottare trattamenti appropriati e consultare un professionista sanitario in caso di anomalie sono passi fondamentali per garantire una guarigione efficace e sicura.
Dopo la pulizia, è essenziale proteggere la ferita con una medicazione sterile e adeguata al tipo di incisione. Una medicazione ben applicata non solo protegge la ferita da contaminazioni esterne, ma favorisce anche un ambiente umido che può accelerare la guarigione. Nei casi in cui la ferita sia situata in aree soggette a movimenti o sfregamenti, l’uso di una medicazione secondaria, come una garza tubolare elastica, può aiutare a mantenere il tutto in posizione e aumentare il comfort. Cambiare la medicazione secondo le indicazioni del medico o quando si sporca è fondamentale per evitare accumuli di umidità o batteri. Ogni cambio, di medicazione rappresenta inoltra un’opportunità per verificare l’evoluzione della ferita e assicurarsi che la cicatrizzazione stia progredendo in maniera corretta.
Guarda anche il video Tutorial Presteril dedicato: Come medicare le piccole ferite
Diffida da chi ti offre rimedi naturali o fai da te. Nonostante il desiderio di trovare soluzioni rapide, è importante evitare rimedi casalinghi come applicare oli generici, dentifricio o altri prodotti non specifici sulla cicatrice. Questi metodi possono irritare ulteriormente la ferita, peggiorare l’infiammazione o ritardare il processo di guarigione. Una cicatrice complessa necessita di un trattamento scientificamente validato e supervisionato da un professionista.
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La tallonite, o dolore al tallone, è un problema sorprendentemente comune che colpisce un gran numero di persone, con un impatto significativo sulla qualità della vita. Non si tratta solo di una questione che interessa chi pratica sport. Infatti, i runner ne sono spesso colpiti, ma è una condizione molto diffusa anche tra gli anziani.
Studi recenti stimano che circa un terzo delle persone sopra i 65 anni ne soffra, rendendo la tallonite uno dei disturbi più frequenti nella popolazione matura. Questo disturbo, insidioso e talvolta sottovalutato, tuttavia può trasformare semplici attività quotidiane come camminare o stare in piedi in vere e proprie sfide.
Con questa guida intendiamo darti un aiuto per affrontare questa problematica ma ti ricordiamo di consultare sempre il tuo medico curante per stabilire la terapia migliore per il suo trattamento.
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I dolori cervicali sono un disturbo comune che può rendere faticose anche le attività più semplici, come lavorare al computer, guidare o fare esercizio fisico. A volte basta una postura scorretta o un gesto brusco per innescare tensioni e fastidi persistenti, ma vediamo quali sono le cause più comuni dei dolori alla cervicale e da cosa vengono scatenati.
La cattiva postura è la causa più comune del dolore cervicale. Mantenere la testa inclinata in avanti, come avviene quando si utilizza il computer o lo smartphone, può sovraccaricare i muscoli del collo, generando fastidi che, nel tempo, si trasformano in dolori cronici.
Anche dormire in posizioni scorrette, con il collo in una posizione innaturale, può provocare tensioni e dolori cervicali al risveglio.
Un’altra causa frequente è il sovraccarico funzionale, spesso riscontrato in chi pratica attività fisiche che prevedono movimenti ripetitivi della testa, come il nuoto o la danza. Questi movimenti ripetuti possono stressare i muscoli, i legamenti e i tendini del tratto cervicale, sfociando in dolori localizzati.
I dolori cervicali possono essere causati anche da alcune condizioni specifiche legate alla salute, come la discopatia degenerativa, dove con il passare degli anni, i dischi tra le vertebre si deteriorano, causando dolori e rigidità al collo.
A tal proposito,, si possono individuare alcuni fattori che possono aumentare il rischio di soffrire di dolori cervicali, tra cui:
Muscolatura del collo debole;
Stress emotivo o lavorativo, che può accentuare la tensione muscolare;
Fumo, che limita l’afflusso di ossigeno ai tessuti;
Problemi preesistenti al collo, come traumi o patologie.
Prendersi cura del collo è fondamentale. Adotta una postura corretta, pratica esercizi semplici per rinforzare i muscoli e prova a gestire lo stress quotidiano.
Se il dolore cervicale non migliora con i rimedi casalinghi o è accompagnato da sintomi come formicolio, debolezza alle braccia o rigidità severa, rivolgiti a un medico. Potrebbe trattarsi di una condizione che richiede trattamenti specifici, come fisioterapia o farmaci mirati.
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Sapere come agire subito in caso di ustioni da acqua bollente è fondamentale per ridurre i danni alla pelle e favorire una guarigione rapida e sicura.
In questo articolo ti guideremo passo dopo passo, spiegandoti come distinguere la gravità di un’ustione, cosa fare subito, cosa evitare e quali rimedi sono i più efficaci.
Le ustioni da acqua bollente sono tra gli incidenti domestici più comuni e possono avere livelli di gravità molto variabili. Saper distinguere la gravità di un’ustione è fondamentale per intervenire in modo rapido ed efficace, ma prima cerchiamo di capire cosa succede alla pelle durante un’ustione d’acqua bollente.
Quando l’acqua bollente entra in contatto con la pelle, il calore compromette le proteine cellulari, causando danni ai tessuti. L’organismo risponde con una reazione infiammatoria, che può manifestarsi con rossore, dolore, gonfiore e, nei casi più gravi, vesciche o addirittura necrosi del tessuto.
Le ustioni si possono classificare in base alla profondità e alla gravità del danno secondo queste tre categorie:
Ustioni di primo grado: colpiscono solo lo strato superficiale della pelle (epidermide). Si presentano con arrossamento, lieve gonfiore e dolore moderato. Guariscono in pochi giorni senza lasciare cicatrici.
Ustioni di secondo grado: possono essere superficiali o profonde, coinvolgendo anche il derma. Si manifestano con vesciche, dolore intenso e rischio di infezione. La guarigione richiede 2-3 settimane e nei casi più gravi può lasciare cicatrici.
Ustioni di terzo grado: interessano tutti gli strati della pelle, fino ai tessuti sottocutanei, i muscoli o le ossa. La pelle appare indurita, carbonizzata o biancastra. Queste ustioni richiedono l’intervento di un medico.
Nella maggior parte degli incidenti domestici, ci troviamo di fronte ad ustioni di primo grado o, al massimo, secondo grado superficiale.
In caso di incidenti domestici con ustioni da acqua bollente, sapere come agire rapidamente può fare davvero la differenza, per limitare i danni e favorire una guarigione più veloce. È normale sentirsi presi alla sprovvista, ma mantenere la calma è il primo passo per affrontare la situazione con efficacia.
Ecco alcuni consigli pratici e semplici per gestire al meglio un’ustione domestica:
Rimuovi la fonte di calore: allontana rapidamente la parte del corpo ustionata, dalla fonte dell’acqua bollente, evitando ulteriori contatti con il liquido caldo.
Raffredda la zona ustionata: immergi la parte del corpo colpita in acqua fresca (non ghiacciata) o fai scorrere acqua a temperatura ambiente sulla pelle (8-15°C) per alcuni minuti. Questo aiuta a interrompere il processo di ustione oltre che ad alleviare il dolore.
Rimuovi indumenti e accessori: togli con delicatezza vestiti o gioielli vicini alla zona colpita per evitare che entrino a contatto con la parte di pelle ustionata.
Proteggi la zona colpita: puoi coprire l’ustione con una benda di cotone per proteggere la pelle da infezioni e mantenere l’area umida. Evita di comprimere la zona con bendaggi troppo stretti.
Tieni la persona al caldo: anche se raffreddi l’ustione, evita un calo di temperatura generale del corpo, specialmente nei bambini, negli anziani o in caso di lesioni estese.
L’ultimo consiglio, forse il più importante, è quello di valutare bene l’entità del danno. Se l’ustione da acqua bollente coinvolge un’area estesa, si manifesta con vesciche di grandi dimensioni o interessa zone delicate come viso, mani, piedi o genitali, consulta immediatamente un medico. Rivolgiti al pronto soccorso in caso di sintomi come febbre, pelle intorpidita o colorazione scura della lesione.
In ogni caso, assicurati di avere a casa un kit di primo soccorso con garze sterili e prodotti specifici per trattare le ustioni domestiche da acqua bollente. Un piccolo gesto di prevenzione può fare una grande differenza nel momento del bisogno!
Allo stesso modo, sapere cosa NON fare in caso di ustioni da acqua bollente è fondamentale per evitare complicazioni e peggiorare la situazione. In momenti di panico, è facile commettere errori che possono compromettere la guarigione.
Ecco un elenco di azioni da evitare:
Non applicare ghiaccio o acqua molto fredda: l’uso di ghiaccio diretto o acqua gelata può danneggiare ulteriormente i tessuti e rallentare la guarigione.
Non forare le bolle: le vesciche che si formano sulle ustioni sono una protezione naturale contro le infezioni. Romperle espone la ferita a contaminazioni e rende più difficile la guarigione.
Non strofinare o comprimere la zona ustionata: strofinare la pelle o esercitare pressione sulla zona lesa può aggravare l’irritazione e rallentare il processo di riparazione.
Non rimuovere indumenti attaccati alla pelle da solo: se i vestiti sono aderenti alla parte ustionata, non cercare di strapparli. Questo potrebbe rimuovere anche strati di pelle, causando danni più gravi. Lascia fare questa operazione ai medici.
Non usare creme, disinfettanti, pomate e farmaci non prescritti: applicare prodotti non specifici o senza indicazioni mediche può aumentare il rischio di infezioni.
Benda orlata di garza tipo Cambric 12/13 F.U. |
Benda di garza orlata 12/8 F.U. |
Benda di garza auricolare 14/14 F.U. |
1. Lava accuratamente le mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi.
2. Pulisci la ferita con acqua potabile ed elimina sporco, schegge o terra.
3. Disinfetta la ferita: usa una compressa sterile con disinfettante, poi asciuga la zona interessata.
4. Scegli la medicazione giusta per le tue esigenze, quindi rimuovi una delle due alette protettive e posiziona sulla pelle la prima metà del cerotto.
5. Applica la medicazione verificando che il tamponcino copra la ferita, quindi rimuovi la seconda aletta e fissa il cerotto premendo delicatamente.
6. Mantieni la ferita pulita e cambia medicazione almeno una volta al giorno.
1. Lava accuratamente le mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi.
2. Pulisci la ferita con acqua potabile ed elimina sporco, schegge o terra.
3. Disinfetta la ferita: usa una compressa sterile con disinfettante, poi asciuga la zona interessata.
4. Scegli la medicazione giusta per le tue esigenze, quindi rimuovi una delle due alette protettive e posiziona sulla pelle la prima metà del cerotto.
5. Applica la medicazione verificando che il tamponcino copra la ferita, quindi rimuovi la seconda aletta e fissa il cerotto premendo delicatamente.
6. Mantieni la ferita pulita e cambia medicazione almeno una volta al giorno.
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